Tutto il “Mònde” in movimento passa per Monte Sant’Angelo

Grande successo per il festival dedicato al viaggio e ai cammini

Mònde, come il mondo in movimento. Mònde come Monte Sant’Angelo: meta e punto di partenza di ogni viaggio e pellegrinaggio. Ma soprattutto Mònde come il festival cinematografico dedicato ai cammini sacri e profani sulle tracce di San Michele, lungo la strada che da Santiago di Compostela arriva a Roma, per proseguire verso Monte Sant’Angelo e il “finis terrae” in Puglia, per prendere poi il largo verso Gerusalemme e la Terra Santa.

Mònde, giunto alla seconda edizione, è un viaggio per suoni, immagini e cammini, messi insieme da un pugliese della Daunia, Luciano Toriello, direttore artistico del festival e ideatore della kermesse realizzata dalla Regione Puglia nell’ambito di Apulia Cinefestival Network, con il contributo dell’Ente parco nazionale del Gargano e del Comune di Monte Sant’Angelo, in collaborazione con l’associazione “Monte Sant’Angelo Francigena” e Istituto Luce-Cinecittà e con il patrocinio dell’Associazione europea delle Vie Francigene.

Mònde è anche escursioni e camminate organizzate con le guide naturalistiche attraverso l’antico rione Junno ai piedi del Santuario di San Michele Arcangelo, ogni anno visitato da oltre un milione e mezzo di pellegrini e all’interno della Foresta Umbra nel Parco nazionale del Gargano, anch’essa tutelata dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità. Un vero e proprio record italiano per questo borgo foggiano che può vantare ben due siti protetti dall’organismo mondiale che annovera le grandi meraviglie del nostro pianeta. Sono stati tre i cammini previsti nel giorni della kermesse –  ai quali hanno preso parte i numerosi turisti accorsi per l’occasione e un gruppo di giornalisti provenienti da tutta Italia invitati dall’amministrazione comunale e dalla Regione Puglia e organizzati dall’Associazione Monte Sant’Angelo Francigena –  che hanno permesso di scoprire l’Abbazia di Santa Maria di Pulsano con visita guidata agli Eremi, di attraversare il tratto finale della Via Francigena, dal Palo del Camminatore fino al Santuario di San Michele e di ammirare il “foliage” della Foresta Umbra.

“Una grande – e lenta – bellezza senza frontiere, dentro se stessi e nel mondo”. E’ questo il messaggio breve ma intenso lanciato al termine dell’edizione 2019 dal direttore Toriello, regista e appassionato di cammini e di storia locale.  

Le quattro giornate del festival cinematografico dedicato al tema del viaggio in tutte le sue sfumature hanno permesso ai partecipanti di scoprire nuovi percorsi e nuove storie. I pellegrini, ma anche i registi sanno bene che lentezza, attenzione e fatica sono alla base del cammino, qualunque esso sia. E Mònde ha esplorato molteplici forme di cammino, compreso quello inteso come possibilità di recupero, testimoniato dall’esperienza della docufiction RAI “BOEZ – Andiamo via”, la serie che racconta il viaggio a piedi di sei ragazzi, tutti condannati e inseriti in uno speciale programma di esecuzione esterna della pena. Durante la serata conclusiva è stato proiettato il decimo episodio ambientato in Puglia con l’arrivo a Santa Maria di Leuca.

Nel corso della manifestazione sono stati proiettati anche i documentari brevi realizzati dagli undici giovani aspiranti documentaristi che hanno preso parte a “Gargano DOC – Scuola del documentario sui Cammini e gli Itinerari culturali”.

Ribalta e applausi per “Fiaba Garganica” – regia di Adriano Losacco, soggetto Sara Caputo, montaggio Michele Pinto, ricerche filmati d’archivio Mario Caputo – che contiene anche un’intervista a Laura Marchetti, docente dell’Università di Foggia e coordinatrice scientifica del visionario progetto promosso dalla Regione Puglia e denominato “Le strade della Fiaba”.

Il viaggio di Mònde, inoltre, ha esplorato il passato e la memoria, grazie alla forte collaborazione con Istituto Luce Cinecittà, il cui patrimonio per il suo alto valore storico-culturale è iscritto nel Registro ‘Memory of the World’ dell’Unesco.
Per la rassegna “Luce Cinecittà” sono stati proiettati “Butterfly” di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman alla presenza di quest’ultimo, un viaggio attraverso le scelte e la scoperta di sé, grazie alla storia di Irma, campionessa di boxe, cresciuta in uno dei paesi più violenti del napoletano; “Dafne” di Federico Bondi, storia di una donna di 35 anni affetta da sindrome di Down che grazie ad un cammino in montagna riesce a ritrovare il rapporto con il padre; “Anija” di Roland Sejko, presente in sala, che racconta “l’esodo degli albanesi” focalizzandosi soprattutto sulla partenza e cercando di capire le ragioni della fuga; “Lascia stare i santi” di Gianfranco Pannone, un viaggio in Italia lungo un secolo nella devozione religiosa popolare.

Questi i premi assegnati:

Miglior lungometraggio di documentario “Atto di Fede” di Vittorio Antonacci.
Miglior cortometraggio “La gita” di Salvatore Allocca.
Premio Speciale “Memorie Audiovisive della Daunia” a Pippo Mezzapesa e Antonella Gaeta per “Il bene mio”.
Miglior documentario sull’infanzia a “Pratomagno” di Paolo Martino (presente a “Mònde”) e Gianfranco Bonadies.
Miglior film con materiale d’archivio “Diario di Tonnara” di Giovanni Zoppeddu.

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