
Piccoli miracoli (di promozione territoriale) crescono. Metti insieme quattro borghi, Pietramontecorvino, Troia, Alberona, Roseto Valfortore, “sepolti” in immensi campi di grano tra il cielo della Puglia appenninica che guardano dall’alto l’immenso tavoliere fino al Gargano e al vicino confine della Campania e del Molise, e il giallo è assicurato. Ma attenzione: qui l’unico giallo che troverete è quello intenso, abbondante del grano che abbaglia il visitatore. Un colore che avvolge e nasconde la Daunia, la provincia di Foggia con la più alta concentrazione di borghi antichi insigniti e riconosciuti dalla rete nazionale dei “più belli d’Italia” e così lontani dal turismo mordi e fuggi e dai grandi numeri dell’incoming internazionale della Puglia versante Salento e Gargano.
Si parte da Pietramontecorvino, dalla Torre Normanna restaurata con i fondi dell’Ue che sovrasta questo borgo di meno di duemila abitanti e pronto a trasformarsi in attrattore turistico tutto l’anno. “Non siamo all’anno zero – sottolinea il giovane sindaco, Raimondo Giallella – ma alla fase due del nostro progetto di rilancio che parte proprio dalla rete dei borghi della Daunia entrata a pieno titolo nel circuito virtuoso nazionale e conosciuto, almeno sul web, in Italia e nel mondo”. Qui, il 16 maggio si tiene una processione davvero unica: un pellegrinaggio tra i campi di grano fino a scalare un monte dove attualmente ci sono i resti archeologici dell’antica Montecorvino. Un vero e proprio giacimento culturale a cielo aperto da raggiungere, per i fedeli a Sant’Alberto, a piedi con partenza all’alba issando pesantissimi pali di legno addobbati con tessuti coloratissimi e con pennacchi artistici in cartapesta tenuti in pericoloso equilibrio da tiranti e portatori, i quali danno vita ad una salita al monte di rara suggestione religiosa e di impatto emotivo davvero unico. Poi ad agosto le celebrazioni medioevali nel quartiere risanato di Terravecchia che punta ad ospitare strutture di ospitalità diffusa e botteghe artigiane facendo leva anche sulla ristorazione a chilometri zero con i prodotti della terra. Da non perdere i latticini, i formaggi giovani di “primo sale” e le tante variazioni di insaccati che regalano emozioni pure nelle degustazioni obbligatorie che scandiscono i tempi rigorosamente slow di una vacanza in questo spicchio di Puglia.
Raggiungere gli altri borghi della Daunia che hanno dato vita, proprio in questi giorni ad un progetto di promozione legato al web e soprattutto ai social, significa respirare l’odore del grano e quello dei boschi, dove cinghiali e lupi sono ospiti rispettati anche con un apposito corner informativo ad Alberona, già “Borgo più bello d’Italia” e insignito della bandiera arancione del Touring club. Da Alberona terra di Templari e di sapori a tavola indimenticabili, il passo (di collina) è breve fino a Roseto di Valfortore, altro comune nella rete di promozione social della Daunia che sta investendo nella rigenerazione del centro storico e nel recupero degli insediamenti abbandonati dagli emigranti che hanno dimezzato la popolazione come tutti i piccoli centri di questa vasta e tutta da scoprire provincia pugliese così vicina alle direttrici stradali che portano al Nord, ma così lontana per vocazione alle scelte di promozione turistica delle località di mare, oggi prese dall’assalto dai giovani e trasformate in pochi anni in “divertimentifici” sul modello della riviera adriatica.