Matera 2019, una rinascita che si fa futuro 

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Nelle foto d’epoca i volti rugosi, pazienti e fieri, di un popolo contadino che viveva in case scavate nella roccia, condividendo in quei poverissimi e celeberrimi Sassi le fatiche di un lavoro ingrato e le gioie di una vita semplice. E poi l’impegno appassionato dei cittadini di oggi, dal sindaco ai muratori, dalla guida turistica al panettiere, che partendo da un passato lungo 8 mila anni contribuiscono giorno dopo giorno al riscatto di una citta’ unica al mondo.

Sono proprio le persone, accanto al fascino dei luoghi e delle testimonianze storiche, a rendere autentico il racconto a piu’ voci di “Mathera”, il docufilm che Francesco Invernizzi dedica alla Citta’ dei Sassi, Capitale della Cultura Europea 2019, in arrivo nelle sale dal 21 al 23 gennaio distribuito da Magnitudo con Chili. Girato in 8 k, tra spettacolari riprese aeree e suggestive rielaborazioni di immagini d’epoca inedite, il film delinea un ritratto attualissimo di Matera attraverso alcuni “testimoni” che si esprimono liberamente nel proprio ambiente, senza un copione predefinito, per raccontare la loro storia e la loro citta’.

L’obiettivo non e’ soltanto mostrare il modo in cui Matera, ormai catapultata in uno scenario internazionale e sempre piu’ meta prediletta del turismo culturale, si appresti a vivere il suo anno da “protagonista” come Capitale della Cultura, ma far comprendere quanto la citta’ (e chi la abita) stia lavorando alacremente per far si’ che il fermento e l’entusiasmo di oggi, e il brulicare continuo di attivita’ e persone, siano la base per un futuro di benessere. Se nel film l’occhio e’ puntato al presente, la lunga storia di Matera resta cruciale per capire l’anima di una citta’ solitaria eppure da sempre crocevia di popoli e culture, che con Aleppo e Gerico e’ tra le piu’ antiche al mondo. Con una narrazione che alterna un ritmo sostenuto a un tempo piu’ lento, dal sapore antico, “Mathera” racconta la citta’ lucana nel bene e nel male, e la sua capacita’ di reinventarsi e rinascere: dalla scoperta delle prime testimonianze di vita risalenti al paleolitico al ricordo di quando De Gasperi, osservando le condizioni di vita nei Sassi, negli anni ’50 la defini’ “vergogna d’Italia” e simbolo dell’arretratezza del Mezzogiorno; dal ritrovamento della Cripta del Peccato Originale o Grotta dei 100 Santi, con affreschi datati tra l’VIII e il IX secolo, ai lunghi anni di abbandono; e poi il sistema idrico straordinario, con le cisterne sotterranee che non sprecano neppure una goccia d’acqua, al fascino del sacro misto a profano della Festa della Bruna. Infine l’odierno riscatto della citta’, con il rilancio economico, gli investimenti tecnologici e il rivoluzionario processo di restauro degli edifici piu’ antichi, con i Sassi oggi divenuti gallerie, laboratori, alberghi, negozi, case.

 

 

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